DescrizioneFederico Fellini, con il suo mimetismo e i suoi gesti, si identifica con ogni personaggio, dal ruolo più piccolo a quello più grande (chiama tutti i suoi attori con il loro nome e sembra sapere fino a quando appare l'ultimo). Lo vediamo rantolare (dopo uno dei suoi scenografi), urlare con un'attrice e poi scusarsi, rassicurare una Capucine preoccupata o seducente e poi eccitarsi con altri come i protagonisti del suo antico affresco. Le immagini giustificano le sue interviste: fare film è "l'unico vero modo in cui deve far parte di questo mondo, entrare in contatto con le persone ..." (sic). Gideon Bachmann cattura il suo stupore da bambino: quel "Martino" (l'attore britannico Martin Potter) può ancora mangiare come un inglese con maniere raffinate (imitazione da sostenere) dopo tre mesi di riprese di orge romane... Il maestro è presente su tutti i fronti del suo grande successo: generale dell'impero che dirige il suo esercito di comici a bordo di un'immensa cucina, sommo sacerdote circondato dai suoi tecnici-maghi o studioso illusionista trasportato dalle fitte della sua creazione in un vortice di vento e di polvere. Comprendiamo che, soggiogati, i suoi attori possono solo essere schiavi del loro creatore. Durante le pause, galleggia come un'aria di libertà, perché è il 1968: uno canta Don't Think Twice, it's All Right di Bob Dylan, uno si abbronza a Ponza con la musica di Azzurro di Adriano Celentano.
iNFOTitolo originale Ciao Federico!
Lingua originale inglese, italiano
Paese di produzione Italia, Svezia, Stati Uniti
Anno 1971
Durata 60 min
Rapporto 1,66:1
Genere documentario
Regia Gideon Bachmann
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